Descrizione
Piccola storia di una grande tradizione
Durante la festa di Cantone Loreto sopravvive l'antica usanza di portare in processione le "CARITA'", leggere piramidi di vimini alte circa un metro, rivestite di seta bianca e ricoperte da tantissimi fiori finti multicolori.
Questa tradizione, comune in altri centri del Canavese, nacque intorno al 1500 e la sua terminologia deriva dal greco e significa "grazia". Prende origine da compagnie organizzate di "cari" giovani, con ideali cristiani: i maschi si occupavano della tutela dell'ordine, del divertimento pubblico e della Zecca, le femmine si preoccupavano, invece, dell'accoglienza degli stranieri e dei poveri.
Tutto ebbe origine nella cappella di San Defendente, posta all'inizio dell'attuale via Cesare Battisti, dove vi era una porta del borgo per il castello e dove si insidiò la compagnia di Santa Orsola, dedita all'assistenza dei pellegrini e dei poveri. Qui si offrivano cestini o canestri di pane che le giovani portavano all'altare per la benedizione, prima di distribuirli ai bisognosi. I pani in essi contenuti potevano essere lievitati, con incisa la croce, o azzimi, ornati con foglie di martello a forma di ciambelle dette "caritativi" o ancora, cialde a forma di graticci conosciute come "canestrelli".
Successivamente, la moda barocca ed il genio femminile inventarono le "Carità" vere e proprie, ossia cesti di vimini a piramide contenenti le ciambelle "atsent" (crescenti, cioè lievitate), infiorati di boccioli artificiali, tra cui i barbabocchi o fiordalisi e le rose, ornati con specchietti luccicanti. Queste ceste venivano portate sul capo dalle ragazze in costume durante le processioni, a fianco della statua della Madonna.
Intanto il paese si era allungato a pettine, oltre le mura lungo la via maestra, verso mezzogiorno, dando luogo alle attuali vie Cavour e Montebello e, mentre in via San Grato si formava il primo ritiro delle suore Terziarie, dette poi "di Carità", la compagnia di Santa Orsola, persa la sua cappella, si era installata presso il locale santuario di Loreto.
Una carta in latino maccheronico accenna alle giovani "quae caritates portant" e alla tradizione di mangiare, nelle feste della Madonna della Neve, i "caritini", consacrati nella Messa.
Le "Carità" venivano poi trasportate dal cantone di Loreto al centro storico del paese, in occasione della festa patronale dell'Assunta, a cura della compagnia delle Figlie del Canto o della Vergine della Concezione. In tale solennità la Priora distribuiva al termine i pani benedetti durante la Messa.
Nel 1912 le "Carità" sono solo quattro, ma ricchissime di fiori e fiocchi e negli anni 30 si arricchiscono di pennacchi biancoazzurri, ricavati dalle piume di gallo cedrone. Tali luccicanti pennacchi scompariranno negli anni 50, sostituiti da ricchi fiocchi di tulle. In questo periodo le ragazze fanno a gara per portare le "Carità" in processione e, per la solenne occasione, si fanno cucire un abito nuovo e uguale per tutte.
Negli anni 60 durante la festa dell'Assunta viene portata in processione la statua della Madonna della Neve e, in mezzo al gruppo della Caritoire, sfilano le coppie sposatesi durante l'anno.
Segue poi un periodo in cui le "Carità" finiscono nel dimenticatoio e nessuna ragazza le porta più in processione, fino al 1974, anno in cui vengono rispolverate e diventano l'orgoglio e il simbolo di Borgo Loreto.
Non trattandosi solo di vanità e di folclore questa tradizione, così come quella dei pani benedetti in chiesa, ha ancora oggi un valore significativo perché ricorda il bisogno di spiritualità ed il dovere della solidarietà.
Durante la festa di Cantone Loreto sopravvive l'antica usanza di portare in processione le "CARITA'", leggere piramidi di vimini alte circa un metro, rivestite di seta bianca e ricoperte da tantissimi fiori finti multicolori.
Questa tradizione, comune in altri centri del Canavese, nacque intorno al 1500 e la sua terminologia deriva dal greco e significa "grazia". Prende origine da compagnie organizzate di "cari" giovani, con ideali cristiani: i maschi si occupavano della tutela dell'ordine, del divertimento pubblico e della Zecca, le femmine si preoccupavano, invece, dell'accoglienza degli stranieri e dei poveri.
Tutto ebbe origine nella cappella di San Defendente, posta all'inizio dell'attuale via Cesare Battisti, dove vi era una porta del borgo per il castello e dove si insidiò la compagnia di Santa Orsola, dedita all'assistenza dei pellegrini e dei poveri. Qui si offrivano cestini o canestri di pane che le giovani portavano all'altare per la benedizione, prima di distribuirli ai bisognosi. I pani in essi contenuti potevano essere lievitati, con incisa la croce, o azzimi, ornati con foglie di martello a forma di ciambelle dette "caritativi" o ancora, cialde a forma di graticci conosciute come "canestrelli".
Successivamente, la moda barocca ed il genio femminile inventarono le "Carità" vere e proprie, ossia cesti di vimini a piramide contenenti le ciambelle "atsent" (crescenti, cioè lievitate), infiorati di boccioli artificiali, tra cui i barbabocchi o fiordalisi e le rose, ornati con specchietti luccicanti. Queste ceste venivano portate sul capo dalle ragazze in costume durante le processioni, a fianco della statua della Madonna.
Intanto il paese si era allungato a pettine, oltre le mura lungo la via maestra, verso mezzogiorno, dando luogo alle attuali vie Cavour e Montebello e, mentre in via San Grato si formava il primo ritiro delle suore Terziarie, dette poi "di Carità", la compagnia di Santa Orsola, persa la sua cappella, si era installata presso il locale santuario di Loreto.
Una carta in latino maccheronico accenna alle giovani "quae caritates portant" e alla tradizione di mangiare, nelle feste della Madonna della Neve, i "caritini", consacrati nella Messa.
Le "Carità" venivano poi trasportate dal cantone di Loreto al centro storico del paese, in occasione della festa patronale dell'Assunta, a cura della compagnia delle Figlie del Canto o della Vergine della Concezione. In tale solennità la Priora distribuiva al termine i pani benedetti durante la Messa.
Nel 1912 le "Carità" sono solo quattro, ma ricchissime di fiori e fiocchi e negli anni 30 si arricchiscono di pennacchi biancoazzurri, ricavati dalle piume di gallo cedrone. Tali luccicanti pennacchi scompariranno negli anni 50, sostituiti da ricchi fiocchi di tulle. In questo periodo le ragazze fanno a gara per portare le "Carità" in processione e, per la solenne occasione, si fanno cucire un abito nuovo e uguale per tutte.
Negli anni 60 durante la festa dell'Assunta viene portata in processione la statua della Madonna della Neve e, in mezzo al gruppo della Caritoire, sfilano le coppie sposatesi durante l'anno.
Segue poi un periodo in cui le "Carità" finiscono nel dimenticatoio e nessuna ragazza le porta più in processione, fino al 1974, anno in cui vengono rispolverate e diventano l'orgoglio e il simbolo di Borgo Loreto.
Non trattandosi solo di vanità e di folclore questa tradizione, così come quella dei pani benedetti in chiesa, ha ancora oggi un valore significativo perché ricorda il bisogno di spiritualità ed il dovere della solidarietà.
Indirizzo e punti di contatto
Nome | Descrizione |
---|---|
Indirizzo | Piazzale Loreto |
Mappa
Indirizzo: Via Virone, 6, 10017 Montanaro TO, Italia
Coordinate: 45°13'44,2''N 7°51'3,3''E
Indicazioni stradali (Apre il link in una nuova scheda)
Galleria fotografica
Modalità di accesso
Dalla Piazza L. Massa si percorre la Via Cavour fino ad arrivare alla Chiesa di Borgo Loreto